di WANDA CHERUBINI –
VITERBO – Sit-in di protesta oggi sotto le finestre della Cittadella della Salute con tanto di bandiere dei sindacati Confael, Nursing Up, Cisas, NurSind ed Ugl Sanità. A spiegare i motivi del sit-in, che si è tenuto dalle 9,30 alle 12,30, sono stati il segretario nazionale Conf.A.E.L, Egidio Gubbiotto, Emanuele Principali dell’Ugl Sanità, Alessandro Schilirò del Nursind e Filippo Mario Perazzoni segretario area Nord del Nursing Up e della Cisal Sanità. “Siamo stati contattati telefonicamente dalla direzione sanitaria per fissare un incontro l’altro ieri, poi slittato a ieri, nel corso del quale abbiamo chiesto la revoca della scandalosa delibera che umilia tutti i lavoratori della Asl che lavorano h 24 negli ospedali, una delibera che premia pochi intimi e tra questi ci sono figure di altre organizzazioni sindacali, non presenti in questa manifestazione”.

Gubbiotto ha, quindi, spiegato che c’è un fondo di circa 1 milione di euro di cui 500 mila euro vanno a 150 persone circa, mentre gli altri 500 mila vanno ripartiti tra 2500 lavoratori. “E’ questo scandaloso e vergognoso – incalza Gubbiotto – perché quelle migliaia di euro avrebbero consentito di accedere alla fascia, che è un avanzamento orizzontale, che è un diritto dei lavoratori. L’Azienda ha scelto di dare tanto a pochi e poco a tanti!” Gubbiotto poi denuncia un'”ulteriore scorrettezza”: “Mentre abbiamo iniziato ieri la riunione con il direttore amministrativo perché il direttore generale aveva un incontro con il commissario ad acta, hanno interrotto la riunione per riprenderla dopo 3/4 d’ora, ma nel frattempo avevano pubblicato l’avviso di attivazione della delibera. Non me lo aspettavo proprio!”. Poi Gubbiotto avvisa: “La nostra azione sindacale non finisce qui, ma oggi è un inizio di un percorso: chiederemo, infatti, un tavolo di trattativa in Prefettura con il sindaco di Viterbo, perché è presidente dell’assemblea dei sindaci per la sanità ed il direttore generale della Asl, Donetti. Quella delibera deve essere revocata. Devono dare un riconoscimento a chi lavora e tiene a galla la barca dell’attività sanitaria. Nel frattempo, tra qui e il tavolo in Prefettura, indiremo le assemblee in tutti gli ospedali per spiegare bene ai lavoratori per cosa ci stiamo battendo”.
La parola è, quindi, andata ad Alessandro Schilirò del Nursind, che ha aggiunto: “La Asl non ha dimostrato la minima volontà di venirci incontro. Non è questo il sistema di trattare con cinque sindacati autonomi e rappresentare al meglio la sanità di Viterbo, ma rappresenta solo pochi eletti. Continueremo la nostra protesta. Mi aspettavo poi che oggi qualcuno ci contattasse durante il nostro sit-in. Il direttore generale non si è fatto vedere, né gli altri dirigenti o loro delegati. E’ una forma questa di superficialità. Ben venga, quindi, che ci siamo uniti contro questo meccanismo perverso. Spero che si possa raggiungere l’obiettivo finale: la rimodulazione di questi fondi al fine di poter allargare a più dipendenti l’accesso al beneficio della fascia”.
Per l’Ugl Sanità, Emanuele Principali ha dichiarato: “E’ una situazione che va avanti da 10-15 anni. Ci troviamo con sanitari che lavorano seriamente, ma nonostante questo vengono penalizzati. L’Ugl sanità ritiene questa situazione inaccettabile”. Poi Principi ha posto l’attenzione sul problema delle aggressioni che spesso subiscono i sanitari. “Siamo impegnati anche a livello nazionale insieme a

tutte le sigle presenti oggi a risolvere questa problematica”.
Gubbiotto ha aggiunto: “A Montefiascone il reparto di Medicina ha 28 pazienti e due soli infermieri per turno. La caposala di Medicina ha scritto all’Azienda che non è più in grado di garantire le prestazioni e questo è molto grave”.
Perazzoni del Nursing Up e Cisal Sanità ha evidenziato come la delibera sia frutto della contrattazione decentrata all’interno della Asl e come vi siano 40 persone della Rsu in questa trattativa, che non si è esposta. “Siamo 1700 sanitari, 480 amministrativi e 350 medici così non si risolvono i problemi dei 1700 sanitari” – incalza Perazzoni, che poi punta il dito sulla Psichiatria di Belcolle che “ha 8 posti letto quando l’atto aziendale dispone di 15 posti letto. I nostri malati psichiatrici – prosegue Perazzoni – dobbiamo portarli a Roma e ci vogliono 110 euro al giorno. Sono circa 3 mila i pazienti psichiatrici nella provincia di
Viterbo. In Spdc abbiamo 12 infermieri quando servirebbero 24. Nei primi 10 giorni di novembre ci sono state ben 4 aggressioni”. Il discorso si è esteso poi alla carenza generale degli infermieri, in particolare negli ospedali di Civita Castellana e Tarquinia. A Civita ci sono solo 12 infermieri nei reparti”. Gubbiotto ha aggiunto che a Belcolle c’era il Day Hospital psichiatrico, che “era una

valvola di sfogo, lo hanno trasferito a Montefiascone, a 15 km di distanza!” Il paziente psichiatrico ha bisogno di spazio, perché lo hanno trasferito a Montefiascone?” Per Principi è necessario “creare delle misure di prevenzione. Mancando queste misure l’aggressione si crea”. Gubbiotto ha concluso dicendo che i sindacati non sono di certo insensibili agli utenti e come da questa iniziativa di oggi, i sindacati si allargheranno a trattare i “problemi che sono stati creati dall’amministrazione Zingaretti”. Perazzoni ha tenuto a sottolineare come il sit- in di stamani sia contro l’Azienda e non contro gli altri sindacati (Cgil, Cisl e Uil) che non hanno aderito alla manifestazione, che ha visto la partecipazione della consigliera regionale del M5S, Silvia Blasi e del consigliere comunale del M5S, Massimo Erbetti.





































